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Parlamento Europeo: la non discriminazione delle persone intersessuali (LGBT)

Parlamento Europeo: la non discriminazione delle persone intersessuali (LGBT)
Autore: In diretta dal Parlamento Europeo
Data: 20/05/2016

Il divieto di discriminazione e la tutela dei diritti umani sono elementi importanti dell'ordinamento giuridico dell'UE. Tuttavia, la discriminazione contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, persone intersessuali (LGBTI) transgender,  persiste per tutta l'Unione europea, prendendo varie forme tra cui abusi verbali e violenza fisica. L'orientamento sessuale è ormai riconosciuto nel diritto comunitario come motivo di discriminazione.

Tuttavia, la portata di queste disposizioni è limitata e non copre la protezione sociale, l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'accesso a beni e servizi, lasciando le persone LGBTI particolarmente vulnerabili in queste zone. Inoltre, la competenza UE non si estende al riconoscimento dello status matrimoniale o di famiglia.

In questa area, le normative nazionali variano, con alcuni Stati membri che offrono le coppie omosessuali il diritto di sposarsi, altri permettendo forme alternative di registrazione, e altri ancora non fornendo alcun status legale per le coppie dello stesso sesso.

Coppie dello stesso sesso possono o non possono avere il diritto di adottare bambini e avere l'accesso alla riproduzione assistita. Questi status giuridici divergenti hanno implicazioni, per esempio, per i partner di due Stati membri con diversi standard che vogliono formalizzare / legalizzare il loro rapporto o per le coppie dello stesso sesso e le loro famiglie che desiderano trasferirsi in un altro Stato membro.

Combattere la discriminazione è diventato parte delle politiche interne ed esterne dell'UE e oggetto di numerose risoluzioni del Parlamento europeo. Tuttavia, l'azione in questo settore rimane problematico quando si toccano questioni relative alle aree tradizionalmente riservati agli Stati membri, come ad esempio lo stato civile e il diritto di famiglia. Questa è una versione aggiornata di un briefing pubblicato nel maggio del 2015.

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The prohibition of discrimination and the protection of human rights are important elements of the EU legal order. The prohibition of discrimination and the protection of human rights are important elements of the EU legal order.

Nevertheless, discrimination against lesbian, gay, bisexual, transgender and intersex (LGBTI) persons persists throughout the EU, taking various forms including verbal abuse and physical violence. Sexual orientation is now recognised in EU law as a ground of discrimination.

However, the scope of these provisions is limited and does not cover social protection, healthcare, education and access to goods and services, leaving LGBTI people particularly vulnerable in these areas. Moreover, EU competence does not extend to recognition of marital or family status. In this area, national regulations vary, with some Member States offering same-sex couples the right to marry, others allowing alternative forms of registration, and yet others not providing any legal status for same-sex couples.

Same-sex couples may or may not have the right to adopt children and to access assisted reproduction. These divergent legal statuses have implications, for instance, for partners from two Member States with different standards who want to formalise/legalise their relationship or for same-sex couples and their families wishing to move to another Member State. Combating discrimination has become part of EU internal and external policies and the subject of numerous resolutions of the European Parliament. However, action in this area remains problematic when it touches on issues pertaining to areas traditionally reserved to Member States, such as marital status and family law. This is an updated version of a briefing published in May 2015. 




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